Descrizione
Agli inizi del XX secolo lo scrittore G. Palumbo nel descrivere la vendemmia salentina scriveva: sul finire di settembre, alle prime luci del mattino, quando i raggi del sole penetrano tra le foglie dei vigneti di negroamaro, i grappoli più maturi assumono un caratteristico colore che assomiglia a quello del velluto nero.
Potremmo definirlo così il “Nero di Velluto”, il vino più importante della cantina: un Negroamaro moderno la cui storia inizia con la vendemmia del 2002 ma che trova la fonte ispiratrice del suo nome in uno scritto del 1918 del fotografo e giornalista salentino Giuseppe Palumbo.
Il Nero di Velluto nasce da uve Negroamaro, i cui grappoli migliori vengono separati dal resto e raccolti manualmente in cassette di legno.
Successivamente, le uve sono lasciate appassire per trenta giorni in locali arieggiati naturalmente.
Il vino che si ottiene matura per 12 mesi in barrique di rovere francese.
Riempie il calice con un bel rosso intenso.
Al naso è incredibilmente piacevole, ampio; dalle note scure di mirtillo, mora e prugna fino ai toni caldi del tabacco, del cacao amaro e del pepe nero.
Vellutato il sorso, richiama il naso con aromi di cioccolato amaro e spezie scure. Dotato di una bella acidità, risulta lunghissimo e perfettamente bilanciato.
Produzione limitata a circa 10.000 bottiglie l’anno, tutte numerate a mano, ottenute solo nelle annate migliori da una vigna del 1935.